domenica 15 maggio 2011

In a better world

In questo periodo sento molto il peso dell'esistenza. Sarà la bella stagione che su di me fa effetto paradosso, agitando il mio sangue, esaurendo i miei talenti, confondendo la mia bussola interiore. L'eccesso di yang mi da alla testa e il mio corpo mi chiede una pausa anche da un lavoro che mi piace ma che fatto sotto al sole mi disorienta. E se cerco dentro intravedo il mio karma: la sfortuna di un corpo che non mi sta dietro, che non regge anche il minimo eccesso offendendo i tempi moderni che pretendono efficienza, costanza e velocità, un delicatezza eccessiva per questo mondo; e la fortuna di avere vicino a me l'uomo della mia vita, colui che mi ha salvata ("l'essere di sesso opposto di tipo corrispondente" lo chiamerebbe G. I. Gurdjieff). E in questo tempo così materiale il mio unico desiderio sembra essere quello di saltare più in alto della mia testa, che pur mettendocela tutta, interessandomi al primo chakra, sto bene profondamente solo quando sono immersa nella quarta dimensione. Che il mio bell'Aprile è appena passato quando mi hanno affidato una sostituzione in un liceo artistico, immersa nell'arte sentivo crescere piante e fiori nel mio giardino interiore. Chissà come finiscono quelli come me, in balia di misteriose alchimie e incapaci di essere come si dovrebbe essere, fermati dal loro stesso corpo quando sulla cattiva strada. Corpo che si avvicina spontaneamente al mio compagno di vita, cosmonauta che cerca di mostrarmi come si può costruire creativamente senza demolire tutto e ricominciare sempre da capo. Per spezzare il mio karma con umiltà.