domenica 29 agosto 2010

Si ricomincia

La città torna a riempirsi, le strade ridiventeranno rumorose, la gente sarà nervosa; nelle case, la sera dopo cena, i bambini verranno messi a letto senza la favola della buona notte e con un bacio distratto. E allora diventeranno adulti troppo in fretta, o magari saranno adolescenti senza cielo, con parole altrui in bocca. Poi, grazie a dio, qualcuno si ribellerà, ma sarà faticoso come il sogno di perdere l'areo. Sei sul punto di liberarti, di volare alto, e non hai calcolato che Fiumicino, ad Agosto, porta bollino rosso. Nella mia vita sono stata sensata a tratti, la mia parte sinistra, creativa, ha affievolito nel tempo la sua voce ma sono sempre stata intonata, ¡che cantate, quando ero piccola, da sola, sulla bicicletta, a Riva Azzurra, verso il mare! e domani che il mondo ricomincia, che l'anno lavorativo riattiverà la nevrosi di questo mondo capitalista, smetterò di cercare quello che gli altri cercano e proverò a cercare me stessa nel mondo, senza paura, senza fretta, con la gioia e la curiosità di un'ennesima caccia al tesoro. Che il gattino nero madre stasera ha tentato di terrorizzarmi, perchè, di solito, quando mi terrorizza io corro a rinchiudermi in scelte che la fanno stare tranquilla, la paura, si sa, è contagiosa. Ma stavolta qualcosa è andato storto, sarà il ricordo atroce dell'anno e mezzo nel lager associato a tempo indeterminato, ma io sono ancora qui a volare nei miei sogni. Che chi mi raccontava le favole, quando ero bambina, non eri certo tu, come eri assente, per te non esistevo, esisteva solo la tua paura che nel tempo ti ha mangiato l'anima, come esisto io oggi, che devo a me stessa il perlomeno provare a spezzare questo karma di disamore tutto al femminile.

4 commenti:

Manolita ha detto...

"Che chi mi raccontava le favole, quando ero bambina, non eri certo tu, come eri assente, per te non esistevo, esisteva solo la tua paura che nel tempo ti ha mangiato l'anima..."
Leggo e sono parole, sensazioni, che avrei potuto scrivere io perchè sono le mie stesse sensazioni, le medesime emozioni. E si, la mia sofferenza è il sanguinare di vecchie ferite mai rimarginate e coltelli che affondano in nuove piaghe, ma quella quella bambina è cresciuta e la sua paura non divora più la mia anima.

Grazie per la tua visita al mio blog e per le tue parole....

Ciao "sorella" :-)

Manolita ha detto...

Ps: Ho aggiunto il link al tuo blog per seguirti facilmente :-)

Tre ha detto...

sei bella spezzando il tu karma... cercando di caricare la tua croce con la dignità propria di un lavoratore su un autobus nella fredda mattina Bogotana.

Bibi ha detto...

le cicatrici non spariscono mai, siamo noi che le vediamo ora come un atroce inferno, ora come un monito felice.
dipende dal posto che scegliamo epr osservarle.
;)
Bibi